Necropoli della Banditaccia
Necropoli della Banditaccia di Cerveteri.
A Cerveteri, il fascino del paesaggio immerso nella natura e dell’atmosfera del parco naturale testimoniano lo storico rapporto fra uomo e natura che ha garantito il mantenimento di una enorme ricchezza di storia, di biodiversità e di paesaggi.
La Necropoli della Banditaccia di Cerveteri doveva essere la più estesa e – ad oggi – la più importante delle necropoli della città, estendendosi su una superficie di circa 20 ettari e comprendendo centinaia di tumuli circolari sotto i quali vi sono tombe etrusche che si riferiscono ad un arco temporale molto ampio, dall’VIII al II sec. a.C.
È una delle più grandi necropoli del mondo antico. Attraversata da una via sepolcrale lunga più di 2 Km, si sviluppò dal IX secolo a.C. ad età ellenistico-romana. Le tombe più antiche sono del tipo a pozzo, con incinerazioni entro vasi biconici, e del tipo a fossa per inumati.
Dal VII secolo a.C., con il prevalere del rito dell’inumazione, si sviluppano grandi tumuli con camere funerarie scavate nel tufo e decorate con motivi
ispirati alle forme dell’architettura domestica.
Tali monumenti, appartenuti a famiglie di alto rango, hanno restituito ricchi corredi ove frequente è la presenza di materiali importati dal Vicino Oriente e dalla Grecia. Nel corso del VI secolo a.C., alla tipologia del tumulo, ora di forme medie e piccole, si affiancano e progressivamente si affermano le tombe a dado allineate regolarmente lungo le vie sepolcrali e quelle a caditoia.
Nel corso del IV secolo a.C. risulta diffuso il tipo di ipogeo costituito da un solo ambiente e con banchine addossate alle pareti rispetto ai quali costituiscono episodi isolati più imponenti monumenti funerari appartenuti a famiglie di rango gentilizio.
È il caso della tomba dei Rilievi che, ubicata all’interno del Recinto della Banditaccia, esibisce sulle sue pareti una ricca parata di oggetti di uso quotidiano resi a stucco e dipinti, come pure, fra le tombe “del Comune”, si ricordano quelle dell’Alcova, dei Sarcofagi, del Triclinio, dei Tamsnie, monumenti che, come la Tomba Torlonia nella necropoli di Monte Abatone, offrono testimonianza dell’eccezionalità delle esperienze dell’architettura funeraria dell’antica Caere.