Quale motivo spinge il direttore di un parco e di un museo archeologico a promuovere un Dossier di Medioevo dedicato a un palazzo del Quattrocento – Palazzo Vitelleschi a Tarquinia – e al suo contesto? La risposta è semplice: è un atto dovuto, dal momento che quel superbo edificio del XV secolo, in cui da cento anni sono conservate le collezioni archeologiche di provenienza tarquiniese, prima di essere un museo statale, è stato per secoli un elegante palazzo signorile, il più bello e il più importante di Tarquinia, nel periodo in cui il nome della città era Corneto. Lo fece costruire il cornetano Giovanni Vitelleschi, all’apice della sua fortuna, fra il 1436 e il 1439.
Dal 1924, dopo secoli di usi e riusi, lo splendido «casamento» è adibito a Museo Archeologico Nazionale, ma la nuova funzione dell’edificio, su cui torneremo nell’epilogo di questo fascicolo, non ha cancellato la prima, originaria identità della fabbrica architettonica, che è quella, inconfondibile, delle dimore signorili del Rinascimento. In questa natura gianiforme risiede tutto il fascino di Palazzo Vitelleschi, splendido palazzo-museo della Tuscia, diamante di Tarquinia, scrigno di tesori archeologici ed esso stesso gioiello d’architettura.
Per concludere degnamente le celebrazioni del centenario del Museo, dopo le numerose iniziative archeologiche messe in campo nel 2024, ci è sembrato perciò opportuno valorizzare anche gli aspetti legati alla storia e all’architettura dell’edificio, proiettandoli su uno sfondo più ampio. Come noterà il lettore, al centro della storia che racconteremo, c’è un personaggio affascinante che ha lasciato un’impronta profonda non solo nella storia di Corneto, ma anche in quella dello Stato della Chiesa: il cardinale Giovanni Vitelleschi, noto anche con il soprannome sinistro di cardinale «diabolico».
Stralcio del testo introduttivo del Dossier del direttore del PACT, Vincenzo Bellelli.
I testi del Dossier sono di Vincenzo Bellelli, Melania Bisegna, Stefano Brachetti, Beatrice Casocavallo, Maria Anna Chiatti, Nicola Dibiase, Riccardo Frontoni, Luca Gufi, Simona Orrù, Luca Polidoro, Luca Purchiaroni, Alessandra Sileoni e Maria Cristina Tomassetti.

